In principio è la relazione

Quando i ragazzi fanno casino, porto una rosa a mia moglie” Bruno Volpi

Innanzitutto credo sia doveroso scusarmi per la poca precisione della citazione. In realtà l’ho sentita dalle bocca del prof. Fabio Sbattella durante un incontro di formazione. Non so se Volpi avesse detto queste parole precise, ma credo che quanto ho scritto sopra sia, nella sostanza, abbastanza fedele al concetto.

Volpi è stato uno dei fondatori della comunità di Villapizzone a Milano (potrete approfondirne la storia ed i principi sul loro sito).

Un’altra doverosa premessa a questo post ha a che vedere con il fatto che, nonostante la comunità di Villapizzone avesse ed ha una marcata impostazione religiosa, il mio post vuole mantenere una visione laica.

In principio è la relazione (parafrasando Gregory Bateson) appare un cardine essenziale di quanto detto da Volpi. Sembra che ciò che stia dietro a questa semplice frase abbia a che vedere con una fiducia cieca ed incondizionata sulla relazione. Ed in particolare sulla relazione di coppia.

Ciò che mi colpisce di questa frase è che è come se “svelasse” (almeno) tre premesse:

1) ciò che dà stabilità ai “ragazzi” è la coppia. Ciò che aiuta il loro benessere, la loro individuazione, la loro sicurezza, la loro serenità, ecc ecc, sia una relazione di coppia amorevole. E mi chiedo qui se la cosa non si possa estendere (per me la domanda è retorica…) anche alle coppie separate ma che mantengono una relazione genitoriale che può basarsi sulla sfiducia, sulla rabbia, sulla rivendicazione, sulla demonizzazione, piuttosto che sulla fiducia reciproca ed il rispetto

2) Una fiducia cieca sul fatto che i “ragazzi” non vadano seguiti passo passo come fossero incompetenti o poco attrezzati per affrontare la vita, ma che anzi, una volta dato loro un ambiente affettivo (dove quindi si respira affetto e fiducia in termini generali), questi sanno benissimo organizzarsi autonomamente e trovare la strada da soli

3) Che la cura della relazione si basa su piccoli, semplici azioni. Che i “ti amo” ed i “ti voglio bene” possono sì essere da conforto, ma la vera cura passa attraverso il fare e lo stare insieme.

Che lezione di vita

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