“10 ragazzi su 16 mi dicono di avere Attacchi di Panico”
Una collega che lavora molto spesso con gli adolescenti, mi racconta quanto scritto sopra. Ma come mai accade questo?
La risposta è, come sempre, complessa e vorrei evitare il rischio di banalizzare o ipersemplificare, seppur nel tentativo di cercare delle spiegazioni plausibili.
Una cosa è certa: ansia e depressione sembrano i “sintomi del momento”. Ansiolitici e antidepressivi sono tra i farmaci più venduti e con un discreto funzionamento e relativo successo commerciale.
Classicamente li si tratta come sintomi di qualche “malattia” sottostante, oppure come disturbi da eliminare o quantomeno ridurre in intensità. Se proviamo però a pensarli non solo come sintomi, ma li trattiamo come un modo del nostro corpo di comunicare il proprio stato, allora li possiamo trattare come “bussole” che possono orientarci sui dei nostri bisogni che abbiamo sottopelle e/o, in questo caso specifico, sui bisogni dei nostri ragazzi.
Perché ansia e depressione?
Come sono correlati tra loro? (spesso infatti si presentano contemporaneamente)
Perché appaiono in sempre maggior misura ed intensità anche nei ragazzi?
Al di là del momento storico attuale (che certo non aiuta, anzi…), un’ipotesi interessante (di cui già ho accennato in passato in questo post) associa questi sintomi alla condizione onnipotente della cultura occidentale.
Dopo le rivoluzioni sessantottine, siamo passati indubbiamente ad avere una maggiore libertà. Libertà sia di poter fare, sia di poter essere. In tempi brevi abbiamo raggiunto l’idea (o l’illusione…?) di poter fare ed essere ciò che vogliamo.
Ma ci riusciamo?
Riusciamo da soli a raggiungere gli obiettivi che ci siamo posti? Ne abbiamo la forza? Riusciremo a decidere per il meglio? Oppure falliremo?
Ecco: queste idee, spesso si associano a stati di ansia. Se posso fare tutto, allora tutto dipende da me. Sarò in grado, io solo, di affrontare tutto?
E se invece non riuscissi? Se non avessi le competenze? Forse non le ho, e il mondo è troppo grande per me. Troppo duro. E i miei obiettivi o troppo alti per essere raggiunti. Similmente a prima, questi pensieri possono essere associati a sentimenti depressivi.
Come uscirne? Forse è bene chiedersi: come ne sono entrato? Da quando vedo la vita, la mia vita, come prestazione? È ciò che voglio? oppure la vita è altro?
Forse la mia ansia e la mia depressione, hanno già (o sono già) una risposta a queste domande…
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